Curcuma e rischio cardiovascolare - FitIQ.it

Curcuma e rischio cardiovascolare

E’ vero che la curcuma ha tutti gli effetti benefici sul rischio cardiovascolare? In che dosaggio e in che modo? È sufficiente quella aggiunta agli alimenti come spezia?

 

SOMMARIO:
1. I lipidi plasmatici
2. Curcuma
3. Potenziali benefici
4. Conclusioni

 

 

1. I lipidi plasmatici

I lipidi svolgono importanti funzioni biologiche nel nostro organismo:

  • Riserva di energia,
  • Costituenti delle membrane cellulari e delle lipoproteine plasmatiche,
  • Assorbimento e trasporto delle vitamine liposolubili,
  • Precursori di molecole con funzioni fisiologiche.

Sono un gruppo eterogeneo di sostanze che si caratterizzano per la loro insolubilità in acqua. Quelli che derivano dalla dieta sono composti essenzialmente da:

  • Trigliceridi,
  • Fosfolipidi,
  • Colesterolo.


I lipidi sono molecole idrofobiche, per cui, non possono circolare liberi nel plasma ma devono essere assemblati in composti: le lipoproteine. Le lipoproteine sono costituite da un nucleo di lipidi idrofobici circondati da un guscio di lipidi idrofilici che interagiscono con i fluidi corporei.  In base allora loro densità relativa le lipoproteine plasmatiche si suddividono in 5 classi:

  • Chilimicroni: sono le lipoproteine più ricche di lipidi e quindi sono le meno dense,
  • VLDLs: sono lipoproteine con densità molto bassa,
  • IDLs: sono lipoproteine con densità intermedia,
  • LDLs: sono lipoproteine a bassa densità che,
  • HDLs: sono le più povere di lipidi e quindi sono le lipoproteine più dense.


In particolare, per valutare lo stato di salute di un individuo, si procede al dosaggio di due gruppi di lipoproteine: LDL e HDL.


Le LDL trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti periferici; esse rappresentano il “colesterolo cattivo”. Le HDL hanno la principale funzione di trasportare il colesterolo dai tessuti periferici al fegato. Esse rappresentano il “colesterolo buono”. Talvolta a causa di diversi fattori che possono essere sia genetici che ambientali si possono verificare anomalie nel metabolismo lipidico che determinano una condizione nota come dislipidemia. Le dislipidemie sono alterazioni dei livelli dei lipidi plasmatici in particolare del colesterolo e/o dei trigliceridi.

 

Le dislipidemie possono essere classificate in:
PRIMITIVE – indipendenti da fattori esterni.
SECONDARIE – si manifestano solo in concomitanza di fattori esterni, come l'eccessiva assunzione di grassi dalla dieta o la complicanza di una patologia: ipotiroidismo, Cushing, sindrome nefrosica, colestasi. Le dislipidemie, insieme ad altri fattori come ad esempio età, sesso, fumo, ipertensione, obesità, diabete mellito di tipo 2 e sindrome metabolica, rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo di aterosclerosi e di malattie cardiovascolari.

 

Esse rientrano nel gruppo di fattori di rischio cardiovascolare “modificabili” in quanto un intervento non farmacologico può essere utile a prevenire il rischio cardiovascolare nella popolazione generale. In particolare le alterazioni che rivestono maggiore interesse da un punto di vista del rischio cardiovascolare sono riconducibili ad un aumento del colesterolo LDL, riduzione colesterolo HDL e aumento trigliceridi che si possono presentare ciascuna in forma isolata o in associazione. È cruciale focalizzare l’attenzione sullo sviluppo di nuovi agenti naturali come alternativa o complemento ai farmaci a disposizione.

 

 

2. Curcuma

Un agente naturale analizzato per il suo effetto ipolipemizzante è la curcuma: spezia ottenuta dal rizoma della Curcuma Longa, pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae; è molto utilizzata nella cucina indiana, medio orientale e thailandese come additivo alimentare, che aggiunge colore e gusto alle preparazioni. I principali costituenti della droga sono i CURCUMINOIDI (3-5%):

  • CURCUMINA,
  • DEMETOSSICURCUMINA,
  • BISDEMETOSSICURCUMINA.


Il principale costituente è la curcumina a cui sono associate le principali proprietà terapeutiche della curcuma:

– antinfiammatorie,

– antiossidanti,

– antitumorali,

– digestive,

– antibatteriche,

– cicatrizzanti,

– epatoprotettrici.

 

 

3. Potenziali benefici

La curcuma e la curcumina determinano una riduzione dei livelli plasmatici delle LDL e una riduzione dei Trigliceridi (in particolare per quanto riguarda gli estratti di curcumina e non l’uso di curcuma in polvere). I meccanismi molecolari alla base dell’effetto ipolipidemizzante della curcumina non sono ancora del tutto chiari: pare che essa sia in grado di prevenire l’insulino-resistenza indotta dalla dieta e di ridurre i livelli di LDL mediante il legame con i recettori.

 

Secondo altri studi la curcumina potrebbe agire con un meccanismo simile a quello delle statine, inibendo direttamente o indirettamente l’idrossi metil glutaril CoA reduttasi. Di conseguenza potrebbe essere un valido coadiuvante alla terapia con statine in pazienti con dislipidemie in quanto sarebbe possibile ridurre le dosi di statine e l’incidenza di reazioni avverse.

 


4. Conclusioni

L’uso della curcuma e della curcumina è associato ad una significativa riduzione dei livelli delle LDL e dei trigliceridi, con un conseguente effetto cardioprotettivo:
– in pazienti con sindrome metabolica,
– in pazienti che hanno assunto l’estratto e non la polvere,
Dosi fino a 8000 mg al giorno sono risultate sicure e ben tollerate.

 

Nonostante ciò a causa della ridotta biodisponibilità della curcumina, sono probabilmente necessarie nuove formulazioni con maggiore biodisponibilità per controllare la dislipidemia in modo più efficace. Quindi a causa delle incertezze legate alla forma di dosaggio, alla dose e alla frequenza di somministrazione del farmaco, è prematuro raccomandare l’uso della curcuma o della curcumina in ambito clinico. Tuttavia usare la curcuma come spezia potrebbe essere un modo di assumere bassi dosi di curcumina, ma costanti, oltre che a migliorare il sapore delle pietanze consumate.

 

Valeria Cangiano

 

 

Bibliografia
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