Cibi fritti e mortalità: un nuovo studio - FitIQ.it

Cibi fritti e mortalità: un nuovo studio

Che il consumo regolare di cibi fritti non sia salutare non è certo una novità. Alla base dei consigli di una sana alimentazione è sempre sconsigliato nutrirsi di alimenti fritti. Che siano da “fast food” o “casalinghi” non è mai una buona abitudini. Non solo per una questione calorica e di contenuto in grassi, spesso di origine ambigua nei prodotti preconfezionati, ma anche per la possibile formazione di sostanze cancerogene che si formano ad alte temperature. Di recente, questo nuovo studio, ha valutato una possibile correlazione tra consumo regolare di cibi fritti e mortalità.

 

SOMMARIO:
1. Lo studio
2. Conclusioni

 

 

1. Lo studio

Il consumo regolare di cibi fritti è collegato a un aumentato rischio di morte per qualsiasi causa e la morte correlata a patologie cardiovascolari, tra le donne in post-menopausa, secondo un recente studio statunitense. Alimenti come pollo fritto e pesce/molluschi fritti sono stati associati a un più alto rischio di morte per patologie cardiovascolari, in particolare tra le donne più giovani (di età compresa tra 50 e 65 anni).

 

I ricercatori suggeriscono che la riduzione del consumo di cibi fritti potrebbe avere un impatto positivo sulla salute pubblica. Fino a un terzo degli adulti nordamericani consumano alimenti fritti ogni giorno e studi precedenti hanno suggerito che un maggior consumo di cibi fritti è associato a un più alto rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache.

 

Ma le prove sul rischio di morte legate al consumo di cibi fritti sono limitate e soggette a numerosi dibattiti, in virtù del fatto che potrebbero essere molteplici le cause correlati alla mortalità in chi consuma “anche” con costanza cibi fritti.

 

Quindi, per rispondere a questo, i ricercatori statunitensi hanno studiato l'associazione tra mangiare cibi fritti con la morte per qualsiasi causa, e in particolare con quella legata alle patologie cardiache e al cancro.

 

Hanno utilizzato i dati di un questionario per valutare le diete di 106.966 donne, di età compresa tra 50 e 79 anni, che si sono iscritte alla Women's Health Initiative (WHI) tra il 1993 e il 1998 e che sono state seguite fino a febbraio 2017 (quindi per quasi 25 anni). Durante questo periodo si sono verificati 31.588 decessi, inclusi 9.320 decessi dovuti a patologie legate al cuore, 8.358 morti per cancro e 13.880 per altre cause.

 

I ricercatori hanno esaminato il consumo totale e specifico delle donne di diversi cibi fritti, tra cui: "pollo fritto"; "pesce fritto, sandwich di pesce e molluschi fritti (gamberetti e ostriche)"; e altri cibi fritti, come patatine fritte, tortilla e tacos. Dopo aver preso in considerazione fattori potenzialmente confondenti come lo stile di vita, la qualità generale della dieta, il livello di istruzione e il reddito, i ricercatori hanno scoperto che mangiare regolarmente cibi fritti era associato ad un aumentato rischio di morte per qualsiasi causa e, in particolare, alla morte cardiaca: coloro che durante questi anni hanno mangiato uno o più porzioni al giorno ha avuto un rischio maggiore dell'8% rispetto a quelli che non hanno mangiato cibi fritti con costanza.

 

Una o più porzioni di pollo fritto al giorno erano legate a un rischio di morte del 13% più elevato per qualsiasi causa ea un rischio maggiore del 12% di morte correlata al cuore rispetto a chi non consumava nessun cibo fritto.

 

Allo stesso modo, una o più porzioni di pesce/molluschi fritti al giorno era legata a un rischio di morte del 7% più elevato per qualsiasi causa e un rischio maggiore del 13% di morte correlata al cuore rispetto a chi non consumava nessun cibo fritto. Tuttavia i ricercatori non hanno trovato prove che il consumo di cibi fritti fosse associato alla morte correlata al cancro.

 

Le donne che mangiavano cibi fritti più regolarmente tendevano ad essere più giovani, non caucasiche, con meno istruzione e un reddito inferiore. Avevano anche maggiori probabilità di essere fumatori, fare meno attività fisica e seguire una dieta di qualità inferiore. Questo è uno studio osservazionale che considera solo le donne negli Stati Uniti, quindi potrebbe non essere necessariamente applicabile ad altri contesti.

 

E’ possibile inoltre la presenza di fattori confondenti non identificati, quindi non si possono trarre conclusioni definitive sulla causa di queste morti. Tuttavia gli autori sottolineano le grandi dimensioni e la diversità del campione di studio e affermano di aver "identificato un fattore di rischio per la mortalità cardiovascolare che è facilmente modificabile dallo stile di vita".

 

 

2. Conclusioni

Secondo gli autori dello studio, ridurre il consumo di cibi fritti, siano essi pesce, molluschi, pollo o altri, potrebbe abbassare il rischio di mortalità cardiovascolare. Sebbene sia possibile una certa differenza tra cibo fritto acquistato e quello fatto in casa, generalmente si tratti di alimenti che hanno perso gran parte dei micronutrienti presenti in origine, fritti in olio troppo caldo e che rischiano la formazione di sostanze pro ossidanti e poco salubri.
Limitare alimenti fritti ad occasioni particolari e poco frequenti, e utilizzare frequentemente altri tipi di cottura meno aggressiva sembrerebbe ancora una volta essere la scelta migliore.

 

Valeria Cangiano

 


Bibliografia

Yangbo Sun, Buyun Liu, Linda G Snetselaar, Jennifer G Robinson, Robert B Wallace, Lindsay L Peterson, Wei Bao. Association of fried food consumption with all cause, cardiovascular, and cancer mortality: prospective cohort study. BMJ, 2019.
Science Daily - 2019.

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