Caffè e longevità: analisi di un recente studio - FitIQ.it

Caffè e longevità: analisi di un recente studio

Caffeina, decaffeinato, istantaneo - persino otto tazze al giorno - tutti i tipi di caffè sembrano aiutare a ridurre il rischio di morire presto, secondo una nuova ricerca. Ma quanto c’è di vero? E soprattutto, a che dosaggio il caffè ha più benefici che effetti collaterali (generalmente correlati all’abuso di caffeina)?

 

SOMMARIO:
1. Ricerche sul caffè
2. Quanto può essere salutare il caffè?
3. Risultati dello studio
4. Qual è allora la molecola benefica del caffè?
5. Conclusioni

 

 

1. Ricerche sul caffè

Negli ultimi anni molte ricerche si sono focalizzate nell’analizzare gli effetti del caffè, sia in bene che in male. Ricerche precedenti a questa hanno scoperto che bere caffè può aiutare a proteggere dal cancro e dalle malattie cardiache.

 

Attualmente, facendo uno dei più ampi studio del suo genere, gli scienziati del National Cancer Institute e del National Institutes of Health hanno scoperto che più bevono i consumatori di caffè, più a lungo possono vivere.

 

"Abbiamo osservato un'associazione inversa tra bere il caffè e il rischio di mortalità per tutte le cause, comprese le persone che bevono caffè filtrato, istantaneo e decaffeinato", dice l'autore principale Erikka Loftfield, PhD, ricercatore presso la Divisione di Epidemiologia e Genetica del Cancro al National Cancer Institute di Rockville, Maryland.

 

Sulla base di dati relativi a circa mezzo milione di persone britanniche, lo studio, pubblicato nell'edizione del 2 luglio di JAMA Internal Medicine, riportava che coloro che bevevano una tazza di caffè al giorno avevano l’ 8% di rischio inferiore di morte prematura, mentre quelli che bevevano otto o più bicchieri al giorno riducono il rischio del 14%, rispetto a quelli che non bevono caffè.

 

 

2. Quanto può essere salutare il caffè?

Sebbene lo studio sia limitato perchè si tratta di uno studio osservazionale e non di uno studio clinico effettuato in modo da escludere qualsiasi fattore che possa essere realmente causa del minor rischio evidenziato, è anche vero che la ricerca in questione non fa altro che contribuire ad un numero crescente di indagini scientifiche che dimostrano che il caffè può avere effetti benefici sulla salute.

 

Negli ultimi 10 anni infatti sono molte le ricerche che correlano il consumo regolare di caffè alla riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, di sviluppare diabete mellito di tipo 2, di ictus, malattia di Parkinson e altre condizioni patologiche.

 

L’importanza di questo studio è il numero davvero elevato di partecipanti, 500.000.

 

Sembra sorprendente che anche i bevitori accaniti di caffè sembrano avere un minor rischio di morte per malattie cardiache e cancro, mentre alcuni studi più piccoli hanno suggerito che bere più di tre tazze al giorno può essere controproducente per la salute del cuore (oltre a dare problemi di stomaco ai più sensibili).

 

I soggetti nell'attuale indagine osservazionale avevano un'età media di 57 anni e sono stati seguiti nel corso di 10 anni. In questa fascia di tempo 14.255 persone sono morte. Loftfield e i suoi colleghi hanno basato la loro ricerca su dati demografici, di vita e genetici. Hanno valutato alcuni fattori confondenti (cioè che possono da soli contribuire ad aumentare o diminuire il rischio di morte per tutte le cause), tra cui fumo, consumo di alcol, consumo di tè, etnia, livello di istruzione, attività fisica e indice di massa corporea (BMI).

 

 

3. Risultati dello studio

Le differenze genetiche che influenzano la risposta alla caffeina, rendendo quest’ultima molto individuale non hanno interferito con i risultati.

 

Alcune persone tollerano la caffeina nel loro corpo meglio o peggio a seconda dei loro geni.

 

Gli autori hanno notato che diversi studi precedenti hanno suggerito che i bevitori di caffè con geni che influenzano negativamente il metabolismo della caffeina potrebbero essere a maggior rischio di malattie cardiovascolari. Questa nuova ricerca, tuttavia, ha rilevato che le varianti genetiche per il metabolismo della caffeina non hanno fatto alcuna differenza per quanto riguarda la longevità.

 

Inoltre, essendo considerato non solo il caffè “classico” ma anche il decaffeinato, in questo studio non è la caffeina e la quantità di assunzione di quest’ultima a fare la differenza.

 

Inoltre è importante sottolineare che bere otto tazze di caffè al giorno (nello studio sono state prese in considerazione otto tazze inglesi, non di espresso) possono portare molte persone ad una serie di disturbi nell’immediato come gastrite, nervosismo, insonnia, problemi digestivi, tachicardia ecc. Quindi non è assolutamente consigliabile bere tutta questa caffeina (che ripeto, non sembra essere la molecola implicata nell’effetto benefico).

 

 

4. Qual è allora la molecola benefica del caffè?

Gli autori dello studio stesso indicano che altre componenti possono essere responsabili dell’associazione inversa tra caffè e mortalità.

 

"Ci sono più di mille composti chimici nel caffè, inclusi vari antiossidanti e sostanze che possono influenzare l'infiammazione e il metabolismo energetico", afferma Loftfield.

 

Purtroppo (o per fortuna) nel caffè ci sono moltissime componenti dal potenziale benefico, come antiossidanti, vitamine, minerali e polifenoli.

 

Gli antiossidanti nel caffè possono non solo ridurre l'infiammazione, ma anche migliorare la risposta glicemica e aiutare a normalizzare la funzione dei vasi sanguigni nel cuore e in altri organi.

 

Infatti gli autori dello studio hanno concluso che le loro scoperte forniscono ulteriore rassicurazione sul fatto che il consumo di caffè può essere parte di una dieta sana.

 


5. Conclusioni

Il caffè è una bevande che da tradizione viene consumata quotidianamente in tutto il mondo. Questo studio non fa altro che avvalorare un suo potenziale beneficio anche per la salute generale. Come tutti gli studi osservazionali c’è bisogno di ben altro per affermare che “il caffè” possa effettivamente ridurre la mortalità, tuttavia, per le persone che godono nel bere una buona tazza di caffè e che non hanno effetti collaterali come il reflusso acido, tachicardia o aumento di ansia e di insonnia, possono godersi il loro “buongiorno” con la coscienza pulita.

 

Valeria Cangiano

 

 


Bibliografia

August 2018. Association of Coffee Drinking With Mortality by Genetic Variation in Caffeine Metabolism Findings From the UK Biobank. Erikka Loftfield, PhD; Marilyn C. Cornelis, PhD; Neil Caporaso, MD; et al.
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Parras P, Martínez-Tomé M, Jiménez AM, Murcia MA. Antioxidant capacity of coffees of several origins brewed following three different procedures. Food Chem 2007;3:582-92.
Kennedy OJ, Roderick P, Buchanan R, Fallowfield JA, Hayes PC, Parkes J. Systematic review with meta-analysis: coffee consumption and the risk of cirrhosis. Aliment Pharmacol Ther 2016;43:562-74.
Zhang Z, Hu G, Caballero B, Appel L, Chen L. Habitual coffee consumption and risk of hypertension: a systematic review and meta-analysis of prospective observational studies. Am J Clin Nutr 2011;93:1212-9.

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