Il recupero atletico post infortunio: lesioni muscolari - FitIQ.it

Il recupero atletico post infortunio: lesioni muscolari

Nella vita sportiva di ogni atleta, può capitare di incorrere in infortuni di vario tipo e gravità; l’obiettivo di ogni atleta è sicuramente quello di ritornare in tempi brevi alla situazione fisica pre trauma, ma per farlo in modo ottimale è necessario seguire alcuni step fondamentali. Possiamo classificare varie tipologia di traumi: chiaramente l’obiettivo della riabilitazione è quello di ripristinare un equilibrio corretto delle strutture muscolari e tendinee. Questo vale per tutti ,ma lo sportivo necessita di un ulteriore percorso che lo porti a ripristinare integralmente la condizione atletica persa. Ci occupiamo in questo caso soltanto all’apparato locomotore, in quanto è sicuramente l’ambito in cui si verificano più frequentemente tra coloro che praticano un’attività sportiva agonistica o amatoriale. Possiamo suddividere gli infortuni in: lesioni muscolari, lesioni articolari. Ed ulteriormente: traumi acuti, patologie da sovraccarico, lesioni da sovraccarico. In questo articolo ci concentreremo sulle lesioni di tipo muscolare.

 

SOMMARIO:
1. Lesioni muscolari lievi
2. Lo stiramento
3. Lo strappo

 

 

1. Lesioni muscolari lievi

Nel corso dell’attività sportiva è capitato a molti di incappare in lesioni muscolari più o meno gravi, provocate spesso da traumi da contatto, (urto con un agente esterno, parti corporee o meccaniche); in sede di lesione può comparire una ecchimosi, provocata da rottura dei vasi sanguigni superficiali nel caso più lieve, fino ad arrivare nei casi più gravi alla formazione di un vero e proprio ematoma intramuscolare, spesso localizzato in profondità.


Un secondo tipo di lesione è quella da trauma indiretto, conseguente ad un gesto atletico brusco o a condizioni di overtraining: il risultato, varia a seconda dell’intensità e grandezza della lesione e può andare dalla rottura di poche fibre sino allo strappo o rottura muscolare. La forma più lieve di queste è la distrazione muscolare in cui solamente poche fibre sono danneggiate ed il danno anatomico è quindi modesto. Il dolore, in questi casi, compare spesso a fine dell'allenamento o della gara oppure addirittura il giorno successivo.

 

 

2. Lo stiramento

Lo stiramento muscolare è la forma di media gravità, con un interessamento di in numero più elevato di fibre muscolari. Il dolore risulta molto acuto e compare nel corso di una violenta contrazione, associata di solito ad una sensazione di allungamento del muscolo stesso. Questo dolore è accompagnato da una più o meno grave impotenza funzionale (non è infrequente che gli atleti riescano a portare a termine la gara o allenamento mentre alla fine di esso la sintomatologia dolorosa risulta più invalidante).

 

 

3. Lo strappo

Lo strappo è la forma più grave di queste lesioni, il considerevole numero di fibre lese comporta l'interruzione anatomica del muscolo, avvertibile alla palpazione come un avvallamento o uno scalino nel contesto del ventre muscolare. Il dolore in questo caso compare durante una violena contrazione del muscolo ed è di un intensità tale da provocare l'assoluta impotenza funzionale. Questo tipo di lesione lascia di solito una voluminosa ciccatrice che può essere fonte di dolore anche a distanza di tempo.

 

Il processo di riparazione di una lesione muscolare produce alcuni fattori che possono condizionare il recupero atletico. Infatti le fibre interrotte hanno scarsa capacità di rigenerazione, ragion per cui la riparazione avviene grazie alla formazione tessuto connettivo cicatriziale, con caratteristiche meccaniche completamente differenti da quelle del tessuto muscolare, caratterizzata dalla rigidità della zona.

 

NO quindi al FAI DA TE! In caso di lesione grave è necessario l’intervento di un buon fisioterapia per i trattamenti medici necessari. In tutte le situazioni dopo un primo periodo di riposo e di cure, variabile a seconda della gravità (valutabili con una ecografia),e alle cure fisioterapiche, che sono di competenza degli specialisti, è opportuno procedere con esercizi di allungamento (stretching), eseguiti per elasticizzare il più possibile il tessuto di riparazione. Inoltre il tessuto riparato in caso di sollecitazioni intense è soggetto a recidive, ragion per cui è consigliabile evitare di accelerare i tempi di recupero, sostituendo l’allenamento con esercizi con elastici e esercizi di contrazione eccentrica, utili a favorire la riparazione della struttura muscolare con caratteristiche funzionali simili all’originaria.

 

Una buon esempio di quanto detto può essere lo step di lavoro da effettuare sul quadricipite:
– ghiaccio e riposo,

– allungamento,

– esercizi di estensione dell’arto con elastici progressivamente più forti,

– esercizi di estensione con resistenza (opposizione progressiva di un compagno al movimento),

– sissy squat con carichi progressivi (intendiamo questo tipo di lavoro come completamento della progressione da effettuarsi con molta accortezza e con carico non eccessivo per evitare stress all’articolazione).

 

Stefano Della Valle 


Bibliografia
Giorgio Santilli, Atlante di traumatologia dello Sport per il medico pratico, ed Natterman.
projectinvictus.it.
Scuola dello Sport: la rieducazione propriocettiva, Loredana Romano.

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