Come si sviluppa il gusto alimentare? - FitIQ.it

Come si sviluppa il gusto alimentare?

In che modo si sviluppa il gusto alimentare e come si evolvono le preferenze di gusti e alimenti, dalla nascita all’età adulta. Esiste un modo per gestire le preferenze dei bambini in età pediatrica senza causare eccessivi rifiuti?

 

SOMMARIO:
1. Il gusto prima della nascita
2. Lo sviluppo del gusto dopo la nascita
3. Perchè si preferiscono alcuni cibi
4. La paura dei gusti nuovi
5. Consigli pratici per abituare i bambini ai sapori nuovi
6. Conclusioni

 

 

1. Il gusto prima della nascita

Il gusto è definito come una funzione specifica dei sensi per rendersi conto del sapore del cibo che mangiamo.


A livello anatomico abbiamo le papille gustative, che sono cellule nervose in grado di identificare i vari sapori esistenti (Amaro, Aspro, Dolce, Salato, Umami e il recente Grasso) aiutate dai recettori tattili e termici che contribuiscono a darci un quadro completo su quello che stiamo mangiando. Per quanto riguarda la percezione del cibo, nonostante ci sia una componente genetica alla base delle varie preferenze, questa è frutto soprattutto dell’esperienza avuta nel costo della vita.


Il senso del gusto si forma a partire dal periodo embrionale, circa verso l’ottava settimana di gestazione nella quale si formano le papille gustative. In questa fase il feto è già in grado di percepire il sapore del liquido amniotico e di conseguenza dei sapori provenienti anche dall’alimentazione della madre (i cui composti raggiungo per l’appunto il liquido amniotico).

 

 

2. Lo sviluppo del gusto dopo la nascita

Dopo la nascita, il latte materno riveste un ruolo importante in quanto “vettore” dei sapori che provengono dall’alimentazione della madre. Quante volte abbiamo sentito dire “non mangiare broccoli quando allatti che si fa il latte amaro”? 

 

In parte c’è del vero perché alcune componenti aromatiche degli alimenti contribuiscono al sapore del latte. Quello che è errato è evitare necessariamente di assumere alimenti amari in gravidanza, perché questo potrebbe essere il primo contatto del neonato con un sapore che gli si ripresenterà nel corso della vita e contribuirà ad influenzare le sue preferenze.


Anche lo svezzamento è un momento delicato visto che rappresenta anche un passaggio evolutivo da un punto di vista psicologico. È importante che il bambino venga a contatto con una varietà di cibi e gli sia concesso di fare “esperienza” con loro senza che questi diventi traumatica o eccessivamente pressante.

 

 

3. Perchè si preferiscono alcuni cibi

Fin dalla nascita il gusto preferenziale è il gusto “dolce” e questa preferenza è frutto dell’evoluzione stessa in quanto al gusto dolce corrispondono in natura fonti energetiche (carboidrati, zuccheri) sicure da consumare (diversamente dall’amaro che in genere caratterizza alimenti tossici, indigesti ecc.). Lo sviluppo del gusto è fortemente influenzato da fattori esperienziali. Se il sapore di un alimento è correlato a sensazioni negative è facile che si sviluppi un’avversione nei confronti di quel cibo e di tutti quei cibi che ne ricordano il gusto.


Viceversa esiste un apprendimento del gusto chiamato “apprendimento sapore-sapore” per il quale alcuni alimenti nuovi sono più facilmente accettati se associati ad alimenti precedentemente associati a piacere o che li ricordano nel gusto.


A livello evolutivo abbiamo anche sviluppato il cosiddetto “apprendimento sapore-nutriente” per il quale esiste una preferenza verso alimenti ad alta densità energetica rispetto ad alimenti a bassa densità energetica. Su tutto prevale anche l’influenza ambientale, per la quale è più evidente una preferenza verso alimenti noti e presenti nell’ambiente casalingo e familiare rispetto a contesti estranei. 

 


4. La paura dei gusti nuovi

In generale si preferiscono alimenti che vengono consumati con una certa frequenza e hanno un sapore ben conosciuto. Probabilmente questo è dovuto ad un adattamento da un punto di vista di sicurezza (meglio cibarsi sempre di alimenti sicuri e “collaudati” piuttosto che rischiare con alimenti nuovi).


Cosa molto importante in tutte le fasi di crescita e apprendimento di gusti nuovi è la presenza attiva della madre e del contesto familiare. I bambini imparano per imitazione dell’adulto. Di conseguenza farà più fatica ad accettare alimenti che non vengono consumati da nessun membro della famiglia o dalla madre. In tutto questo esiste chiaramente anche una preferenza vera e propria, che deriva a seguito dell’esperienza e delinea le scelte alimentari future.

 

 

5. Consigli pratici per abituare i bambini ai sapori nuovi

  • Dare il buono esempio – consumare gli stessi alimenti (o simili) insieme al bambino, in modo da dare indicazioni non verbali sul consumo di determinati alimenti.
  • Evitare esperienze negative – mantenere un clima tranquillo durante i pasti, evitando argomenti troppi accessi e rendendo il momento del pasto un momento conviviale.
  • Avere pazienza nel proporre l’alimento – è stato dimostrato che l’accettazione di un cibo nuovo è influenzato anche dal numero di volte in cui l’alimento viene proposto. Riproporre l’alimento, magari in forma differente, fino a 10 volte può aiutare l’accettazione del gusto (senza forzare il bambino a mangiare).
  • Non proporre sempre il piatto preferito – anche se la preferenza può aiutare a far mangiare i bambini, in loro è innata la curiosità e la richiesta del nuovo, pertanto è importante non adagiarsi sulla sicurezza del piatto “sicuro” ma variare sempre le portate normalizzando una varietà di alimenti.
  • Stimolare l’apprendimento – coinvolgere il bambino nella preparazione del pasto può rivelarsi molto utile per ottenere riscontro nell’accettazione degli alimenti nuovi.

 

 

6. Conclusioni

Il gusto alimentare si sviluppa fin dall’embrione e le preferenze continuano ad evolversi durante la crescita (ma anche durante il corso dell’età adulta) in base alle esperienze che viviamo in relazione agli alimenti. È importante “accompagnare” i bambini durante queste fasi per far sì che sviluppino un gusto vario, che non abbiano paura di sperimentare sapori nuovi, in modo da rendere facile l’avere una dieta più completa e varia possibile.

 

Valeria Cangiano

 

 

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